Quinò

Quinò
Caffè Letterario, Imola

Come è nato Quinò

Una mattina sono uscita di casa un po' di fretta e ho pensato di fare colazione in un vecchio bar imolese proprio "sotto l'orologio": ora il bar non si chiama più Giuli ma "Caffé Letterario Quinò".

La vita in provincia o si ama o si odia. A me diverte.

Una mattina della scorsa estate sono uscita di casa un po' di fretta e non ho potuto far colazione, e mi sono fermata al Giuli Bar, che adesso, dopo pochi mesi si chiama ma "Caffé Letterario Quinò.”

La disposizione degli arredi è rimasta la stessa: il bancone a destra, i tavoli più in fondo. I tavoli di legno son carini, anzi io li avrei messi identici anche sotto al portico anziché usarne di totalmente diversi.

Il nome Quinò, non so da cosa mi sia venuto in testa, Quino, senza l’accento sull’ultima lettera sarebbe l'autore delle strisce di Mafalda, che c'entri qualcosa? Boh.

Riguardo alla definizione di "caffé letterario" credo che essa faccia riferimento allo scaffale che figura in sala e alla possibilità di leggersi, oltre al classico quotidiano, un libro prelevato direttamente dalla libreria.

Il Caffè Quinò ospita mostre di foto, pittura and so, organizza eventi culturali, presentazione di libri e molto altro ancora, perché le grigie giornate invernali con le sere cupe e fredde o le piacevoli serate d’estate possano offrire un’occasione di piacevole ritrovo.

I nostri Cocktails

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Cocktails di Quinò

mercoledì 1 dicembre 2010

Mostra di Sergio Bartolacelli

Si intitola Anima Animale la personale di Sergio Bartolacelli esposta per tutto il mese di novembre al Caffè Letterario Quinò (Via Emilia 194) di Imola.
Sergio Bartolacelli, nato sull’Appennino Modenese ma residente in provincia di Mantova, disegna e dipinge fin da ragazzo, in modo spontaneo, trasferendo sulla tela o su carta quello che gli occhi vedono. Perciò le sue opere non sono interpretazioni della realtà in cui si inserisce la sperimentazione di deformazioni e stravolgimenti, ma fedeli al soggetto ritratto nelle forme e nei colori. Utilizza molti strumenti espressivi: matita, carboncino, pastello, gessetto, pennello, spatola, pirografo, spugna e  qualunque  altra cosa possa segnare una superficie, per ritrarre nudi, paesaggi rurali e animali in una monocromia che gli consente di concentrarsi sulle linee del soggetto liberandolo dall’assillo dalla scelta dei colori e dai tempi della loro miscelazione.

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