Quinò

Quinò
Caffè Letterario, Imola

Come è nato Quinò

Una mattina sono uscita di casa un po' di fretta e ho pensato di fare colazione in un vecchio bar imolese proprio "sotto l'orologio": ora il bar non si chiama più Giuli ma "Caffé Letterario Quinò".

La vita in provincia o si ama o si odia. A me diverte.

Una mattina della scorsa estate sono uscita di casa un po' di fretta e non ho potuto far colazione, e mi sono fermata al Giuli Bar, che adesso, dopo pochi mesi si chiama ma "Caffé Letterario Quinò.”

La disposizione degli arredi è rimasta la stessa: il bancone a destra, i tavoli più in fondo. I tavoli di legno son carini, anzi io li avrei messi identici anche sotto al portico anziché usarne di totalmente diversi.

Il nome Quinò, non so da cosa mi sia venuto in testa, Quino, senza l’accento sull’ultima lettera sarebbe l'autore delle strisce di Mafalda, che c'entri qualcosa? Boh.

Riguardo alla definizione di "caffé letterario" credo che essa faccia riferimento allo scaffale che figura in sala e alla possibilità di leggersi, oltre al classico quotidiano, un libro prelevato direttamente dalla libreria.

Il Caffè Quinò ospita mostre di foto, pittura and so, organizza eventi culturali, presentazione di libri e molto altro ancora, perché le grigie giornate invernali con le sere cupe e fredde o le piacevoli serate d’estate possano offrire un’occasione di piacevole ritrovo.

I nostri Cocktails

I nostri Cocktails
Cocktails di Quinò

sabato 30 aprile 2011

Alessio Pracanica presenta "The Big"

Annullato l'appuntamento per Domenica 8 maggio alle ore 21 
(l'incontro avverrà prossimamente)

Lo scrittore siciliano parlerà del suo romanzo sopra le righe che aiuta a riflettere...tra le righe.

Domenica 8 maggio (ore 21) Alessio Pracanica presenterà al Caffè Letterario Quinò di Imola (Via Emilia 194) il romanzo The Big (Edizioni Creativa).

Sono le sette di sera di un giorno come tanti quando qualcuno interrompe l'abituale passeggiata di Archie Badwin, tranquillo archivista di un’agenzia investigativa, gettandogli una pizza sui calzoni. Il fatto, all'apparenza un fastidioso ma innocuo incidente, pare innescare una serie di vicende inverosimili che fanno dubitare ad Archie di possedere ancora la ragione. Per non parlare dei misteriosi omicidi sui quali Archie, improvvisatosi detective, inizia ad indagare. Chi ha fatto letteralmente morire di paura il suo amico Geronimo Kamiski? Chi è The Big di cui minacciose scritte sui muri dell'appartamento di Geronimo annunciano l'arrivo? Perché la commessa del negozio dove Archie aveva acquistato i calzoni è stata uccisa? Esiste una cospirazione contro Archie o è solo la sua fervida immaginazione che lo sta facendo uscire di testa? L'indagine procede con continui colpi di scena scanditi dalle stranite canzoni dei Sofficini Soffocanti. Fino ad un epilogo aperto, anzi apertissimo. Con il suo cinico disincanto e un humour sopra le righe, Alessio Pracanica utilizza questa storia "ai confini della realtà" come metafora per raccontare una società allo sbando, un sistema politico sempre più deludente, la necessità di trovare nuovi punti di riferimento su cui costruire un'esistenza finalmente a misura d'uomo. Così se in prima battuta si ride, si ride molto, poi ripensandoci ci si trova coinvolti un una riflessione ben più profonda e seria. Un romanzo sopra le righe che aiuta a riflettere...tra le righe.

Alessio Pracanica è nato quarant’anni fa Messina, nella cui provincia scrive, vive e lavora (in quest’ordine di importanza). Ha pubblicato Racconti dell’età del rap (Edizioni Creativa – 2008).
Alcuni suoi racconti sono stati inclusi in due antologie curate da Giulio Perrone Editore e nel 2009 ha vinto la 3° edizione del premio “ Un sogno dentro un sogno” (indetto dalla casa editrice Casa dei Sognatori), con il racconto “ The Kingmaker.


giovedì 21 aprile 2011

Nocciola, mostra di Maurizio Nucci


Esporrà fino a metà maggio al Caffè Letterario Quinò di Imola (Via Emilia 194), Maurizio Nucci in una personale dal titolo Nocciola, il ferroviere. Maurizio Nucci è pittore autodidatta che usa tutta la spontaneità naif di chi conosce forma e colore per personalissima percezione e non per accademia. Legato alla sua terra e alla sua professione, ne riproduce gli aspetti con il tratto rozzo e incisivo di un Ligabue e l'ingenuità onirica di un Henri Rousseau. Quest'ultimo viene ricordato col soprannome di Rousseau il doganiere perché nello svolgere questa professione egli matura il suo desiderio di divenire pittore e caratterizza la sua identità nel mondo artistico. Il Nucci, che si firma "nocciola", può quindi essere chiamato a pieno titolo "Il Ferroviere", professione che traspare da molti suoi dipinti dove, con semplice ma significativa espressività, riesce a coniugare la nostalgia per un mondo di primitiva tecnologia con la velocità e l'inquietudine del modernismo più spinto.