Quinò

Quinò
Caffè Letterario, Imola

Come è nato Quinò

Una mattina sono uscita di casa un po' di fretta e ho pensato di fare colazione in un vecchio bar imolese proprio "sotto l'orologio": ora il bar non si chiama più Giuli ma "Caffé Letterario Quinò".

La vita in provincia o si ama o si odia. A me diverte.

Una mattina della scorsa estate sono uscita di casa un po' di fretta e non ho potuto far colazione, e mi sono fermata al Giuli Bar, che adesso, dopo pochi mesi si chiama ma "Caffé Letterario Quinò.”

La disposizione degli arredi è rimasta la stessa: il bancone a destra, i tavoli più in fondo. I tavoli di legno son carini, anzi io li avrei messi identici anche sotto al portico anziché usarne di totalmente diversi.

Il nome Quinò, non so da cosa mi sia venuto in testa, Quino, senza l’accento sull’ultima lettera sarebbe l'autore delle strisce di Mafalda, che c'entri qualcosa? Boh.

Riguardo alla definizione di "caffé letterario" credo che essa faccia riferimento allo scaffale che figura in sala e alla possibilità di leggersi, oltre al classico quotidiano, un libro prelevato direttamente dalla libreria.

Il Caffè Quinò ospita mostre di foto, pittura and so, organizza eventi culturali, presentazione di libri e molto altro ancora, perché le grigie giornate invernali con le sere cupe e fredde o le piacevoli serate d’estate possano offrire un’occasione di piacevole ritrovo.

I nostri Cocktails

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Cocktails di Quinò

martedì 14 giugno 2011

La Merla di Caterina Cavina

 Sabato 18 giugno 2011
presentazione presso il  Caffè letterario Quinò 
Introdurrà l'autrice Carla Casazza

Nessuno si ricorda il suo nome, per tutti è La merla, perchè è morta nei giorni più rigidi dell'inverno. E' stata uccisa e oltraggiata nella Bassa Emiliana povera e brutale dei primi del '900. Il fiume l'ha accolta e amorevolmente accudita finchè non è stato il momento di riemergere e tornare a vivere nella Bassa Emiliana di oggi, non più povera ma - spesso - brutale come un secolo fa. Perchè La merla ha una missione da compiere, delle ingiustizie da vendicare. Torna Caterina Cavina con il suo secondo romanzo, gotica, tragica, ma anche capace di ironizzare sugli abitanti della "bassa": paiono usciti da un film di Fellini o di Almodovar, poi pensandoci bene ti accorgi che sono le stesse persone che da queste parti si incontrano ogni giorno. Un libro duro, che sorprende con inattesi cenni poetici, da leggere su vari livelli, come già Caterina ci ha abituato col primo romanzo. Una storia in cui le protagoniste sono le donne, in tutte le declinazioni possibili, e tutto il bene e tutto il male che attorno alle donne orbita oggi come 100 anni fa, perchè in fondo poco è cambiato, come i panorami della "bassa". "Ci sono posti dove gli orizzonti sono più vasti, ma nella Bassa è difficile immaginarlo. Acqua, terra e cielo, questo siamo."

Caterina Cavina è nata a Castel San Pietro, in provincia di Bologna. Dopo una breve parentesi cittadina (ha vissuto a Torino per laurearsi in Scienze della Comunicazione) è tornata nella Bassa emiliana. Per B.C.Dalai editore ha pubblicato nel 2008 Le ciccione lo fanno meglio, che ha avuto un grande successo di pubblico e di vendite.

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