Quinò

Quinò
Caffè Letterario, Imola

Come è nato Quinò

Una mattina sono uscita di casa un po' di fretta e ho pensato di fare colazione in un vecchio bar imolese proprio "sotto l'orologio": ora il bar non si chiama più Giuli ma "Caffé Letterario Quinò".

La vita in provincia o si ama o si odia. A me diverte.

Una mattina della scorsa estate sono uscita di casa un po' di fretta e non ho potuto far colazione, e mi sono fermata al Giuli Bar, che adesso, dopo pochi mesi si chiama ma "Caffé Letterario Quinò.”

La disposizione degli arredi è rimasta la stessa: il bancone a destra, i tavoli più in fondo. I tavoli di legno son carini, anzi io li avrei messi identici anche sotto al portico anziché usarne di totalmente diversi.

Il nome Quinò, non so da cosa mi sia venuto in testa, Quino, senza l’accento sull’ultima lettera sarebbe l'autore delle strisce di Mafalda, che c'entri qualcosa? Boh.

Riguardo alla definizione di "caffé letterario" credo che essa faccia riferimento allo scaffale che figura in sala e alla possibilità di leggersi, oltre al classico quotidiano, un libro prelevato direttamente dalla libreria.

Il Caffè Quinò ospita mostre di foto, pittura and so, organizza eventi culturali, presentazione di libri e molto altro ancora, perché le grigie giornate invernali con le sere cupe e fredde o le piacevoli serate d’estate possano offrire un’occasione di piacevole ritrovo.

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Cocktails di Quinò

giovedì 21 aprile 2011

Nocciola, mostra di Maurizio Nucci


Esporrà fino a metà maggio al Caffè Letterario Quinò di Imola (Via Emilia 194), Maurizio Nucci in una personale dal titolo Nocciola, il ferroviere. Maurizio Nucci è pittore autodidatta che usa tutta la spontaneità naif di chi conosce forma e colore per personalissima percezione e non per accademia. Legato alla sua terra e alla sua professione, ne riproduce gli aspetti con il tratto rozzo e incisivo di un Ligabue e l'ingenuità onirica di un Henri Rousseau. Quest'ultimo viene ricordato col soprannome di Rousseau il doganiere perché nello svolgere questa professione egli matura il suo desiderio di divenire pittore e caratterizza la sua identità nel mondo artistico. Il Nucci, che si firma "nocciola", può quindi essere chiamato a pieno titolo "Il Ferroviere", professione che traspare da molti suoi dipinti dove, con semplice ma significativa espressività, riesce a coniugare la nostalgia per un mondo di primitiva tecnologia con la velocità e l'inquietudine del modernismo più spinto.

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